La teologia della prossimità
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La rivista Sacra Doctrina, rivista di teologia sistematica edita dalle Edizioni Studio Domenicano, ha pubblicato nel numero appena dato alle stampe, un contributo di d. Andrea Valori dal titolo la maḥloqet in lc 10,25-37. La teologia della prossimità tra storia e narrazione
L’articolo di Andrea Valori si concentra sulla teologia della prossimità a partire dal confronto di Gesù con un dottore della legge che si sviluppa nel comandamento dell’amore e nella parabola del buon samaritano (Lc 10,25-37). Dopo aver contestualizzato il brano, l’autore ne definisce il genere letterario, identificato con il genere della maḥloqet, ossia della disputa teologica legata alla prassi e basata sulla Scrittura e sull’uso di un racconto per veicolare un insegnamento e sconfiggere il contendente. Poi l’autore prosegue studiando lo sviluppo narrativo della pericope: essa si apre con l’ingresso in scena di un dottore della legge che si confronta con Gesù. Il rapporto tra i due, che all’apparenza potrebbe sembrare un rapporto tra discepolo e maestro, è in realtà visto dall’autore come un rapporto dialogico, figura del rapporto tra giudei e cristiani auspicato dall’evangelista in un’epoca in cui, invece, i giudei avevano un atteggiamento piuttosto ostile verso i cristiani. Il confronto tra il dottore della legge e Gesù parte con una domanda del primo su cosa debba fare per ereditare la vita eterna, alla quale il secondo risponde a sua volta con una domanda, che fa riferimento alla legge; il dottore della legge risponde ad essa affermando il comandamento dell’amore, di Dio e del prossimo. E qui si inserisce una complicazione: chi è il prossimo? Gesù risponde con la parabola del buon samaritano, il cui sviluppo l’autore analizza con precisione, mettendo in risalto, in particolare, il diverso atteggiamento del samaritano rispetto al sacerdote e al levita e soprattutto la compassione che lo muove, che lo porta a farsi vicino, a prendersi cura, a cambiare i suoi programmi. A questo punto il nostro autore passa ad analizzare nel dettaglio i personaggi della parabola: l’uomo che scende da Gerusalemme a Gerico, aggredito dai briganti e lasciato mezzo morto, che (secondo una lettura patristica) rappresenta l’umanità decaduta; il sacerdote e il levita, che, dubitando che fosse morto, passano oltre, per motivi di purità legale; il samaritano, che, pur appartenendo a una popolazione mal vista dagli ebrei (perché considerata eretica), si ferma a soccorrere l’uomo aggredito, perché ne prova compassione. In conclusione l’autore fa notare come la teologia della prossimità non si basi sull’ineccepibile osservanza della legge o sulla purità rituale, ma sulla capacità di avere compassione e di farsi vicino, e come questi atteggiamenti rendano possibile la convivenza umana anche quando ci sono differenze di pensiero e di prassi.
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